Qualche considerazione di Maurizio Punzo

Nel 1969 la Resistenza era molto più vicina di quanto non sia vicino a noi oggi il 1969. È lapalissiano, ovviamente. Voglio dire che allora le tematiche legate alla lotta di Liberazione erano sicuramente più sentite, anche perché a tenerle vive erano gli uomini stessi della Resistenza, a partire da Ferruccio Parri. Ora non possiamo riproporre i temi del 1969. Ma come fare una rivista, un giornale, un luogo di discussione che non sia la riproposizione delle figure e degli episodi della Resistenza e che non sia però soltanto uno strumento di dibattito politico (cioè di quell'attualità politica che non ci avvince per nulla)? Non è facile rispondere. Proviamo. Partirei dal titolo, che vogliamo mantenere: chi sono, oggi i "compagni"? Immagino che non debbano essere solo i "vecchi compagni", quelli che incontriamo talvolta alle presentazioni di libri o a certi dibattiti e che, di anno in anno, sono sempre di meno. Devono essere quelli, anche e soprattutto i giovani, che non sono contenti di come vanno le cose e che vorrebbero cambiarle. Discutiamo allora di cosa si debba cambiare e ipotizziamo come, cercando di "usare" non solo la passione civile, ma anche la competenza e l'intelligenza. Il lavoro, la scuola, la ricerca, l'industria e l'agricoltura, la finanza, i servizi pubblici... quanti temi sono trattati dai giornali superficialmente o secondo le veline dei ministeri.

La parola "riforme" ha acquistato un significato sinistro. Tutti vogliono le riforme, ma spesso queste riforme sono passi indietro, abbandono di conquiste fatte, mentre si tratta non di difendere l'esistente, ma di cambiarlo in meglio. Parliamo allora di proposte che possano essere inserite in un dibattito politico di livello più alto di quello attuale.

Maurizio Punzo